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GEMMA. La poesia dei tajarìn di Langa

Scritto da  Comunicato stampa

Gemma Boeri è nata a Roddino da famiglia contadina.

E' sposata e ha due figli, Marco e Daniele.

L'esperienza partigiana del padre e la vita di campagna sono state fondamentali nella sua formazione.

Ha imparato in casa i saperi e i contenuti della cucina casalinga di Langa.

Nel 1986 prende in gestione il "Circolo" del paese, coronando il sogno di una vita e facendo in breve tempo di Roddino uno dei "santuari" della cucina tradizionale contadina dell'Albese.

Nel 2005, sempre a Roddino, apre l'Osteria da Gemma, che conduce con il figlio Daniele e le nuore.

I suoi tajarìn sono uno dei miti della cucina di Langa, tanto da meritare la foto ufficiale [foto Harari] del Palio  della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba edizione 2017.  

Gemma è il simbolo delle osterie di Langa: generosa, genuina, semplice. Raduna persone di ogni età e di ogni ceto, sedendo fianco a fianco vocianti gruppi di giovani e compunte coppie di anziani, manovali in canottiera e professionisti in giacca e cravatta, langhetti e turisti stranieri. Trattandoli tutti allo stesso modo. Anche il suo menù è il simbolo della più vera cucina casalinga di Langa: niente fronzoli, il gesto ripetuto all'infinito, quasi alla ricerca della perfezione.

GEMMA. La poesia dei tajarìn di Langa” è il primo titolo della collana “I SAPERI DEL FARE. Uomini e luoghi nei paesaggi viticoli di Langhe-Roero e Monferrato”, attraverso cui la Sorì Edizioni si propone di dare contenuti al riconoscimento che l'UNESCO, dal giugno 2014, ha tributato ai paesaggi e alla civiltà del vino di Langhe-Roero e Monferrato.

Intende rendere omaggio ai personaggi, ai luoghi e ai saperi che, scrivendo pagine fondanti della cultura materiale di Langhe-Roero e Monferrato, hanno contribuito al riconoscimento UNESCO.

Si nutre dell'orgoglio di territorio e ambisce ad avere i caratteri di "progetto", in quanto inserita nei disegni e nei dibattiti che animano il territorio.

L'approccio non è quello classico dei libri di cucina, ma il racconto del "fare" di Gemma: la sua storia di vita, la sua Langa, la sua gente, le atmosfere che si respirano nella sua osteria. Le ricette, distribuite all'inizio di ogni capitoletto, sono quasi un dettaglio o una conseguenza. E' un libro che si compone di tanti apporti e contributi, tutti di persone affascinate dalla cucina vera di Gemma e dalla sua Langa. Tra gli altri ci sono anche gli omaggi di due  suoi colleghi ed estimatori: Enrico Crippa e Davide Palluda. A rafforzare l'idea che esiste una sola "alta cucina": quella che ha un senso. Fondamentali sono poi le fotografie e, in particolare, il "racconto per immagini" che Bruno Murialdo ha fatto dei mitici anni del Circolo.

Tra i vari apporti, ce n'è uno che vale la pena di rimarcare: quello dei "social plìn" raccontato da Piero Dadone. Si tratta del ruolo "sociale" che l'osteria di Gemma ha nella piccola comunità roddinese. Tutti i giovedì dell'anno, infatti, un numeroso gruppo di donne e uomini di Roddino (e non solo) si radunano per preparare gli agnolotti del plìn per tutta la settimana. Intanto che chiacchierano e lavorano, fanno comunità. E' un aspetto che non ha uguali e che meriterebbe uno studio sociologico o una tesi di laurea. E per Gemma una laurea!

La scelta di due giornalisti sportivi, Gigi Garanzini e Maurizio Crosetti, per  la presentazione del libro risponde dunque al carattere di Gemma e della sua cucina. Gemma, infatti, è come un'atleta della cucina di Langa: esercizio, applicazione, passione, sacrificio, costanza, cura di ogni dettaglio, gesto ripetuto all'infinito, continua tensione al miglioramento. Il fare al meglio quello che si sa fare come filosofia di cucina e di vita. Insomma: il luogo e il personaggio ideali per l’inizio di una collana dedicata ai saperi del fare.

 

GEMMA. La poesia dei tajarìn di Langa

 

AA.VV, Sorì Edizioni, 2017

 

Testi: Luciano Bertello – Maurizio Crosetti – Piero Dadone – Luigi Sugliano – Giovanni Tesio

Contributi: Enrico Crippa – Margherita Oggero – Davide Palluda – Piero Soria

Fotografie: Bruno Murialdo

Contributi fotografici: Bruno Martina

 

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