www.cucinaecantina.it

Gianni Masciarelli

Gianni Masciarelli parla di vino come se raccontasse una favola. E come una favola il suo racconto affascina e trasmette a chi ascolta emozione.
Gianni ha creato con le sue mani e con il suo ingegno una azienda che produce vini di qualità, due di questi: il Montepulciano d'Abruzzo Villa Gemma e il Trebbiano d'Abruzzo Marina Cvetic sono semplicemente strepitosi.

Un cammino lungo solo vent'anni per raggiungere risultati eccellenti, ma con una carica dentro, una volontà incrollabile di continuare a fare meglio. Gianni non è un figlio d'arte, i suoi genitori possedevano piccole vigne per uso familiare, allevate con semplicità.
Ha imparato a conoscere il mondo dell'enologia andando a vendemmiare in Francia durante gli anni del liceo.
Qualche hanno dopo l'interesse è diventato passione e ha iniziato il suo cammino in vigna.
Una passione nata e vissuta in allegria come qualcosa di straordinario. Sulle ali dell’entusiasmo, Gianni ha capito quello che fino ad allora non aveva nemmeno percepito. Ha capito le potenzialità della sua terra, di quelle colline di San Martino sulla Marrucina, di quel particolare microclima legato alla vicinanza dei monti e stemperato dal mare distante appena 20 km, di quella temperatura alta durante il giorno e fresca la notte per 3, anche 4 mesi, durante la stagione vendemmiale.
La sua terra aveva le potenzialità per fare vino di grande qualità.
Ha avuto ragione!
Gianni come nasce un grande vino?
Un grande vino è frutto di ricerca, moderna tecnologia, continua sperimentazione di materiali e tecniche diverse ma anche, soprattutto per chi lavora con vitigni autoctoni e non ha strade già delineate davanti a sé, è frutto di fantasia, amore per la propria terra, ragione di vita. Ci sono alcune cose per le quali l'esperienza supera qualsiasi scuola. In vigna ogni anno è diverso dall'altro, ogni anno sei costretto a affrontare cose nuove e questo sforzo è un continuo affinamento della tua conoscenza, uno stimolo infinito a cercare di fare sempre di più.
Traspare una passione incontenibile nelle tue parole
Certo, solo così è stato possibile, nei venti anni di vita dell’Azienda, ricominciare dopo ogni errore - sapendo di doverne commettere altri ma anche di non dover ripetere mai lo stesso - con la testardaggine, l'ostinazione, l'energia dei primi giorni. Abbiamo sempre creduto nel Montepulciano e nel Trebbiano d’Abruzzo: vitigni di straordinaria forza ed eleganza destinati a regalarci immense soddisfazioni. Questo ci ha permesso, ogni volta, di gettare il cuore al di là dell’ostacolo. Sapevamo che quelle uve, sulle colline ventilate e assolate della nostra terra, tra i monti della Maiella e le brezze dell’Adriatico, sarebbero diventate vini di assoluto valore. Non abbiamo smesso un solo istante di crederci.
Che significa fare vino di qualità assoluta?
Non è facile raccontare con le sole parole che significa fare un vino di qualità assoluta. Per far capire davvero bisogna rendere trasparenti le pareti della mia cantina, far vedere le mie vigne nelle varie stagioni; spiegare cosa faccio e perché, con quali metodi, con quali tecniche. Bisogna ancora far sapere quello che accade in vigna e in cantina; dove sono i miei vini, delle varie annate... iniziando naturalmente dal Villa Gemma rosso. Raccontare le scelte, le correzioni di rotta in corso d’opera ma anche, per i più esigenti... approfondire di volta in volta argomenti specifici: impianti di vigna, potature, vinificazione, stabilizzazioni, selezioni massali e clonali.
Non c’è nulla di scontato, di definitivo in viticoltura Non c’è nulla di scontato e definitivo perché la storia di ogni singolo vino è per me un’esperienza sempre diversa, quella di chi tenta di assecondare e valorizzare quello che la natura ci ha dato: frutti unici e irripetibili, mai uguali negli anni.
Hai citato il Villa Gemma rosso, come dire il Montepulciano d’Abruzzo.
Il Montepulciano d'Abruzzo non è più una promessa ma una realtà: lo testimoniano le graduatorie dei concorsi nazionali ed internazionali nei quali sempre più spesso lo troviamo ai primi posti.
Questi successi hanno dato un riconoscimento tangibile al lavoro fatto in azienda e hanno confermato le eccezionali condizioni pedoclimatiche delle nostre zone più vocate.
Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino, un grande vino, complesso e fortemente caratterizzato da tre elementi "magici": terreno, microclima e vitigno-portinnesto. E’ solo in Abruzzo infatti che questo vitigno esprime appieno le sue potenzialità, tanto che il trasferimento tentato in altre zone ha dato i risultati davvero modesti. Come tutti gli autoctoni, è profondamente legato al suo territorio, tanto da portarne le stigmate nello stesso nome. Ma l’Abruzzo è così vario da essere molto spesso chiamato "gli Abruzzi". Così questo grande vitigno - che un tempo qualcuno poco attento considerava "neutro"- conferma così fortemente il suo legame con questa regione da esprimere caratteristiche differenti in ogni zona, associando ad ognuna di esse precisi profili sensoriali con descrittori aromatici definiti su una matrice comune che ne riconosce l’unica paternità. Descrittori comuni in tutte le zone sono la liquirizia, lo speziato ed il vegetale secco, ma in ogni comprensorio ne emerge uno o più di uno in maniera particolare. Ad esempio nel profilo aromatico del Montepulciano d'Abruzzo di San Martino sulla Marrucina prevalgono i descrittori caffè tostato e liquirizia; in quello della zona del Vastese la viola; nella zona di Pescara le drupe e le bacche, il lampone e l'albicocca; nell'Aquilano spiccano la liquirizia, la mora e la ciliegia e nel Teramano lo speziato e la frutta rossa matura come il lampone e la ciliegia. Varietà di situazioni geologiche, idrografiche e climatiche ma anche varietà clonale e varietà colturale alla luce della diversa natura delle nostre terre ma anche di diverse tradizioni, tecniche agronomiche e pratiche enologiche.
Tradizione quindi e non solo natura
Certo, tanto è vero che le uve migliori provengono ancora oggi dai vecchi impianti, quelli realizzati quando si doveva fare "il vino" non "tanto vino". Vigneti di collina dove l’uomo spinge la vite a situazioni complesse esplorando le profondità delle sue caratteristiche ed ottenendo uve in grado di esprimere la poliedricità di questo vitigno meraviglioso nelle grandi concentrazioni di estratti e polifenoli. Proprio perchè fortemente caratterizzata oggi l’enologia abruzzese può dialogare con le altre enologie confrontandosi e rinnovandosi alle luce delle nuove tendenze e delle altre tradizioni senza perdere la sua identità.
Hai però utilizzato le barrique
Ho introdotto in Abruzzo l'uso della barrique per l'affinamento del Montepulciano, i tini in legno per la fermentazione e diversi sistemi di vinificazione in acciaio. Non sono mancate le perplessità da parte di alcuni che, senza attendere i risultati, accusava i barili di rovere francese di deturpare la tipicità del vitigno. Quello che accade nel tino, nella botte grande, qui subisce accelerazioni profonde. Oggi, dopo diversi anni, una nota rivista americana definisce il Montepulciano d'Abruzzo "Villa Gemma" "The mother of all Montepulcianos" e siamo convinti che nessun assaggiatore esperto potrebbe negare la sua origine Abruzzese. Abbiamo dato così ai nostri vini un carattere internazionale senza intaccare il loro legame con le caratteristiche proprie del territorio.
Ma il tuo Montepulciano non è solo Villa Gemma
Se il Villa Gemma nel corso degli anni ha accumulato così tanti successi, anche il neonato Marina Cvetic si è imposto immediatamente all'attenzione dei consumatori e degli esperti.
Altra soddisfazione in casa Masciarelli è arrivata con gli apprezzamenti ottenuti con la versione base del Montepulciano, a ulteriore dimostrazione del fatto che non sempre - rispettando determinate regole - la quantità è a scapito della piacevolezza e della correttezza di un prodotto.
Il vino d’Abruzzo è una nuova realtà nell'enologia nazionale ed internazionale.
 Una realtà che rompe equilibri consolidati di un mondo nel quale non è stato facile farsi conoscere ed apprezzare. Ma si sa, gli abruzzesi sono gentili e nello stesso tempo forti e testardi come pochi. Con la stessa forza andremo avanti, cercando di non sentirci già affermati e interpretando i successi degli ultimi anni solo come un punto di partenza. Siamo consapevoli che la concorrenza nazionale ed internazionale offre prodotti di alta qualità e che il vigneto Europa non è più il maggioritario. I Paesi extracomunitari stanno emergendo a velocità impressionante sia per la grande libertà della quale godono in fase di elaborazione dei loro prodotti, sia per i grandi investimenti che stanno facendo nel settore viticolo ed enologico in direzione dello sviluppo della tecnologia e della ricerca.
E’ importante allora che la nostra Regione sia più determinata nell’affrontare programmi di ricerca e sperimentazione sia nel settore viticolo che enologico.
E’ importante che i fondi pubblici a disposizione vengano spesi nella giusta direzione senza il rischio di dispersione in attività di sperimentazione spesso sterili, senza possibilità di utile impiego e quindi di crescita concreta.
Qual’è secondo te la giusta direzione?
Urgenti e indispensabili sono progetti operativi di selezioni clonali e massali; la riscoperta di tecniche come "l’innesto sul campo" per poter meglio adeguare il giusto porta innesto secondo il terreno, i sesti di impianto e il sistema di allevamento. Così il vigneto Abruzzo può incamminarsi nella giusta direzione: una strada che porti finalmente a dei risultati concreti.
Con l’umiltà di chi riconosce i propri limiti e nella ricerca, nella sperimentazione e negli investimenti può trovare la chiave per crescere e migliorare. Ma anche con l’amore di chi al vino dedica la propria vita e non si rassegnerà mai a sentirne parlare solo come fonte di buoni guadagni e di successo personale.
Come nasce il Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma?
La storia del Villa Gemma Rosso inizia con la vendemmia del 1984. Da allora una evoluzione senza soste, frutto di innovazioni in vigna e in cantina; le prime barriques, dal 1997 la vinificazione in legno. Ma è sempre la natura ad avere l’ultima parola…
Il Montepulciano d’Abruzzo ogni anno dà risultati eccellenti, ma sempre leggermente diversi. E’ un vitigno molto sensibile alle variazioni climatiche. Conta anche l’evoluzione dei legni. In azienda, come ti ho detto, abbiamo usato, per primi, le barrique con il Montepulciano ma, tra anni diversi è difficile un raffronto sull’apporto del legno: l’annata è diversa, le uve diverse, diverso l’invecchiamento.
E non mancano le sorprese, le riscoperte, i raffronti incrociati... l’emozione per un vino che non finisce mai di stupirci

Click me