Come comincia questa avventura?
Questa vigna è di proprietà della nostra famiglia dai primi anni ’50. I miei genitori sono di Ficulle. La famiglia di mio padre si era trasferita a Roma, ma aveva acquistato questa proprietà qui a Ficulle. Questo spinse, i miei genitori, a trasferirsi dopo il matrimonio in campagna. Allora c’era un seminativo arborato, un paio di ettari di vigneto a bacca rossa, Montepulciano e Sangiovese, ma principalmente vitigni a bacca bianca, spinti dalla presenza della Doc Orvieto.
In famiglia chi era più appassionato alla vigna?
Sicuramente mia madre. Arrivava in campagna la mattina alle 7.00 e se ne andava alle 21.00 tutti i giorni, a 50 anni. Tutte le viti avevano il loro nome.
Mi sembra di ricordare che per un periodo avete avuto un compagno di avventura importante
Sì, nei primi anni ’80, la vigna fu seguita dai fratelli Cotarella, più da Riccardo che da Renzo, che abitano qua vicino, siamo amici da sempre. L’azienda così fu rilanciata e per un periodo l’hanno avuta anche in affitto loro e hanno imparato a conoscerla e ad apprezzarla.
Cosa accadde poi?
Alla metà degli anni ’90 io e mio fratello, che avevamo preso strade diverse, anche se in questa azienda c’eravamo cresciuti, ci siamo posti il problema di cosa fare della tenuta e dei vigneti. Chiedemmo consiglio a Riccardo che non ebbe dubbi. Ci spinse a prendere in mano l’azienda e fare vino, perché la zona era veramente vocata. Ci abbiamo dormito sopra una notte ed il giorno dopo, sospinti dall’entusiamo di mia madre, siamo partiti.
E’ un’azienda assolutamente familiare.
Sì, siamo in 4: io, mio fratello Pier Francesco, mia madre Gigliola e mio padre Luigi. Nella lavorazione in vigna ci aiutano operai del luogo con i quali abbiamo un rapporto con loro molto stretto.
Questa scelta ha comportato un riassetto della produzione?
Abbiamo espiantato tutto e deciso di reimpiantare solo ed esclusivamente uve a bacca rossa
Cosa avete impiantato?
Principalmente Montepulciano, poi abbiamo Merlot e Cabernet Sauvignon e una piccola parte di Sangiovese.
Siete intervenuti anche in cantina?
Abbiamo realizzato una nuova cantina che, dal punto di vista estetico, esterno, è rispettosa della tradizione del luogo, ma che è dotata di tutti gli accorgimenti e la tecnologia necessaria per lavorare un prodotto di grande qualità.
Quali sono i vini in produzione?
Noi facciamo due vini. L’”Elcione”, che matura sei mesi in barrique, è un taglio paritario di Merlot e Cabernet Sauvignon, e il “Terre di confine”, che fa dodici mesi di barrique, che presenta l’80 per cento di Montepulciano e il 20 per cento di Merlot.
Questi nomi come sono stati scelti?
Il “Terre di confine” è stato chiamato così perché siamo al confine fra l’Umbria e la Toscana e poi anche perché a suo tempo questo era il confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Prima ancora faceva parte della Tuscia, era quindi l’estremo est della Tuscia al confine dall’altra parte. Ci abbiamo messo sei mesi a decidere, ma siamo soddisfatti della scelta.
L’Elcione, invece?
L’Elcione è stato facile ed immediato perché è il nome del vigneto. Questo vigneto è dominato da un grosso leccio, che in dialetto si dice elce, e per questo è stato sempre chiamato podere dell’elcione
Del Sangiovese cosa ne fate?
Il Sangiovese è da capire. Lo abbiamo prodotto nel 2004 ed è stata la prima vendemmia utile dopo l’impianto. Stiamo decidendo. D’altro canto stiamo studiando tutte le partite che valutarne l’evoluzione e le potenzialità.
Se i risultati sono quelli che avete in questo momento, e mi sembra di capire che sono più che soddisfacenti, con il tempo non possono che migliorare. Perché ovviamente la vigna darà sempre di più, in termini di espressione.
Questi due vini ci hanno inorgoglito e ci lasciano ben sperare. Per anni ed anni insegui un progetto, metti delle piantine piccolissime e poi con gli anni arrivi ad un vino in bottiglia che è tutta una scoperta. Non costruisci un manufatto di cui sai che avrà quelle dimensioni, quella forma, qui è tutto sempre una sorpresa!
Il fascino della vigna, che quando ti prende non ti molla più, è proprio questo.
Il paradigma è eccezionale. Secondo me il paradigma di questo tipo di attività è imparagonabile rispetto a qualsiasi altra. Proprio l’idea di vivere questa impresa a contatto con la natura, comunque, nel bene o nel male. Partire con il piantare delle barbatelle, alte 5 cm. e finire che le tue bottiglie volano dall’altra parte dell’Atlantico!
Un altro fattore distacca questo mondo da tutto il resto che ci circonda, è il fattore tempo che è scandito dall’orologio della natura. E’ tutto molto affascinante.
Io lo trovo fantastico. Io ho fatto per tanti anni un altro mestiere questa per me è una scelta di vita. Vivere il tempo in modo diverso, essere legato a un rapporto così stretto con la casualità della natura, lo trovo veramente una rinascita.
Voi avete strutturato l’azienda anche per dare agli ospiti la possibilità di godere della bellezza di questi luoghi
Ci siamo organizzati anche dal punto di vista ricettivo. Il posto è particolarmente bello, sta sulla groppa di una collina dalla quale si apre alla vista tutta la valle del fiume Paglia, il costone di Orvieto e appena sotto il Castello della Sala. Abbiamo realizzato per questo una villa casale che affittiamo, e stiamo avviando un piccolo ristorante.
Possiamo definirlo un agriturismo, con ristorante annesso. Così accogliete sia clienti per il vino, che sia quelli di passaggio?
Assolutamente sì.
Ha un nome tutto ciò oppure prende il nome dell’azienda?
Prende il nome dell’azienda, Vitalonga
Non rimane che chiedere perché l’azienda è stata chiamata così
Dalla frase di Leonardo da Vinci “La vita spesa bene lunga è”, che ci è sembrata la chiave di lettura perfetta della nostra avventura.
Tenuta Vitalonga - Azienda Agricola Maravalle
Località Montiano, Ficulle (TR)
Tel. 0763/836722
www.vitalonga.it