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Il fico d'india del Belice

Il paesaggio della Valle del Belice è punteggiato da questa pianta tanto particolare e indistinguibile da farne quasi il simbolo della Sicilia.

È una pianta grassa, meglio una pianta succulenta, per la sua grande capacità di accumulare acqua all’interno, che può raggiungere i 3-5 m di altezza. Il fico d’India possiede una grande resistenza alla siccità.
Ha una forma arborescente e le ramificazioni sono rappresentate da pale, di forma appiattita e ovaliforme. 
Il frutto è una bacca carnosa con numerosi semi, il cui peso può variare da 150 a 400 g.
La propagazione si attua per talea, si prepara tagliando longitudinalmente in due parti pale di uno o due anni, che vengono lasciate essiccare per alcuni giorni e poi immesse nel terreno, dove radicano facilmente. La potatura viene eseguita in primavera o a fine estate per impedire il contatto tra le pale e per eliminare quelle malformate o danneggiate.
A maggio-giugno viene effettuata la scozzolatura, il taglio cioè dei fiori della prima fioritura, in modo da ottenere una seconda fioritura, più abbondante, con una maturazione più ritardata, in autunno. In base a questa consuetudine si distinguono i frutti che maturano già in agosto, cosiddetti agostani, di dimensioni ridotte, e i tardivi o bastardoni, più grossi e succulenti, che arrivano sul mercato in autunno.
La produzione degli agostani non necessita di irrigazione, che invece è richiesta per la produzione dei bastardoni.
In coltura irrigua si può ottenere una resa di 250-300 quintali di frutto ad ettaro.
Esistono di fatto tre cultivar che differiscono per la colorazione del frutto: gialla (Sulfarina), bianca (Muscaredda) e rossa (Sanguigna). La cultivar Sulfarina è la più diffusa per la maggiore capacità produttiva e la buona adattabilità a metodi di coltivazione intensiva. In genere vi è comunque la tendenza ad integrare la coltivazione delle tre cultivar, in modo da fornire al mercato un prodotto caratterizzato da varietà cromatica.
I fichi d'India, oltre ad essere consumati freschi, possono essere utilizzati per la produzione di succhi, liquori, gelatine, marmellate, dolcificanti ed altro; ma anche le pale possono essere mangiate fresche, in salamoia, sottoaceto, candite, sotto forma di confettura.
Nella medicina popolare i frutti sono considerati astringenti; per la loro ricchezza di vitamina C sono stati usati in passato dai naviganti per la prevenzione dello scorbuto.
Il decotto di fiori ha proprietà diuretiche. Le pale giovani, riscaldate al forno, vengono utilizzate come emollienti, applicate in forma di cataplasma.

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