Willi, la vostra storia è molto lunga
Sì, siamo partiti nel 1898 quando il sacerdote Christian Schrott decise di fondare questa azienda. In quell’epoca lui, oltre che essere parroco di Termeno, era anche un deputato nel Parlamento di Vienna. Il fatto di essere anche un politico gli permise di conoscere le persone giuste per poter iniziare questa avventura.
e poi?
Poi posso fare anche un salto abbastanza grande perché fino al 1971 ci sono stati degli alti e bassi, però sembra in un ambito abbastanza ristretto in Alto Adige.
Il vino non veniva imbottigliato
Non veniva imbottigliato e si vendeva quasi tutto sfuso, ma soprattutto il vino andava in altre cantine del posto che poi loro lo commercializzavano. In quell’epoca si parlava soprattutto del vitigno Schiava, c’era un pò di Traminer ma in quantità non significativa. Nel ’71 c’è stata la fusione con la cantina di Egna e si è avviata la costruzione della nuova cantina a Termeno, quella dove ci troviamo attualmente. Gli obiettivi aziendali però erano altri rispetto a quelli attuali. Si pensava di fare grandi quantità a costi bassi.
Diciamo che era un po’ il sistema dell’epoca?
Sì. Dall’85 in poi pian piano c’è stato un cambiamento delle teste. Soprattutto all’inizio degli anni ’90 si è cambiata in pratica tutta la politica dell’azienda e sono arrivati personaggi nuovi che hanno preso in mano l’azienda.
Lei quando è entrato in azienda?
Nel ’92 e da lì abbiamo iniziato a cambiare in maniera molto radicale soprattutto la viticoltura, che è stato poi in pratica il nostro primo impegno.
È stato un processo radicale, nel senso di spiantare ed impiantare?
Sì, con altri obiettivi ed altri sistemi di allevamento. Il lavoro più importante era quello di mettere il vitigno giusto nella zona più vocata. Ma anche tutti gli lavori in campagna sono stati interessati, diradamenti, trattamenti giusti, e quant’altro.
Siete molto presenti nelle scelte agronomiche del socio.
Noi lavoriamo con due classi di viticoltori. Abbiamo una discreta base che viene seguita sia da un gruppo di consulenti, che lavorano però in tutto l’Alto Adige, e l’associazione si chiama Beratungsring, sia da un agronomo esterno che ci aiuta a capire meglio la nostra terra. In più in azienda abbiamo il nostro gruppo che chiamiamo “gruppo di qualità”, dove si sceglie l’uomo giusto, il vitigno giusto, la zona giusta, etc. Una scelta che determina poi le vigne che concorrono alla produzione della fascia alta dei nostri vini.
E’ diverso il vostro rapporto con i conferenti di “fascia alta”.
Con quelli scelti da noi facciamo dei contratti speciali e in pratica possiamo lavorare il vino fino in fondo, così come vogliamo noi. Io e l’agronomo esterno seguiamo di fatto tutta la viticoltura ed imponiamo anche i sistemi che riteniamo giusti.
Il proprietario mette la manodopera?
Esatto. Diverso è il rapporto con il coltivatore normale. Lì l’uva viene pagata sulla base di una valutazione interna, che è un sistema molto rigido, il quale è particolarmente punitivo per quello che produce male, anche forse a volte in un maniera un po’ esagerata. Al contrario invece per quello che produce bene, entro diciamo la fascia normale, la remunerazione è molto soddisfacente.
È un modo di incentivare una produzione più attenta?
Quello è stato sempre l’obiettivo. In più se, per esempio, un viticoltore normale vuole fare un impianto nuovo, è costretto a parlare con noi ed insieme a lui facciamo la scelta dei vitigni ed anche dell’allevamento.
Il rapporto fra superficie vitata e il numero dei soci è quasi pari a 1.
Ufficialmente la situazione è che abbiamo 225 ettari e 280 soci ufficiali. Questo non vuol dire che collaboriamo con 280 persone, in realtà sono circa 100-110 viticoltori. Il numero è dato dalla presenza in una stessa famiglia di più soci.
Comunque non ci sono singole proprietà di dimensioni molto significative
Nel punto migliore c’è soltanto qualche ettaro
Questo significa anche per voi una parcellizzazione del lavoro di controllo
Lo leggo come un vantaggio molto concreto perché abbiamo la possibilità di fare ogni lavoro al punto giusto. E’ molto importante sia in vendemmia che durante il periodo vegetativo.
In cantina, dopo la vendemmia, almeno per le vigne più pregiate, prendete le uve della stessa varietà, di più produttori e le vinificate insieme?
No, la vinificazione per quanto possibile la facciamo tutta separata. Abbiamo tantissimi serbatoi a piccola dimensione. Per il Gewurtraminer Nussbaumer, ogni anno abbiamo dalle 15 alle 18 vinificazioni separate e poi a metà maggio facciamo l’assemblaggio finale e viene imbottigliato.
Questo perchè è il prodotto di punta per il quale evidentemente c’è anche un’attenzione massima.
Può anche capitare di fare una vinificazione unica riguardante 2 o anche 3 appezzamenti. Con la stessa tipologia di terreno, la stessa esposizione e lo stesso tipo di allevamento, è come se fosse la stessa vigna.
Adesso voi avete un numero importante sia di rossi che di bianchi e mi sembra che ci siano tre vini dolci
Sì.
Qual è il rapporto tra rossi e bianchi
Come superficie, attualmente siamo intorno a 45 di bianchi e 55 di rossi.
Un cambiamento importante rispetto all’origine
Sì, infatti fino a qualche anno fa il vitigno Schiava rappresentava in azienda il 65% della superficie.
Tra i bianchi di qualità sicuramente il Gewurtraminer è il prodotto principale, e sui rossi invece?
Quello che è cresciuto molto nell’arco degli ultimi dieci anni è stato il Lagrein, è proprio un vino rosso a tutti gli effetti. Però, secondo me, sta rinascendo molto il Pinot nero.
Vitigno non facile oltretutto.
Sì, forse è quello più difficile.
Però è anche molto affascinante.
È la grande sfida di ogni tecnico. Poi da noi se non si sceglie la zona giusta, è meglio abbandonarlo subito.
Un’ultima cosa. Per quanto riguarda i dolci, voi fate l’appassimento in vigna direttamente?
Noi ne abbiamo due tipi. Uno di questi è il Roan che è una vendemmia tardiva, dove usiamo la tecnica del taglio del tralcio, è un blend di Gewurztraminer con un 10% di Riesling. Noi facciamo il taglio agli inizi di ottobre e lasciamo quest’uva in pianta diciamo fino a fine di novembre inizio di dicembre. Poi i grappoli vengono vinificati. Invece per quanto riguarda il Terminum, le uve rimangono attaccate alla vite. Quasi sempre negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di avere avuto la botrytis. La vendemmia avviene molto tardi, capita anche di arrivare fino a Natale. E’ un Gerwurtraminer in purezza.
Poi l’ultimo.
C’è il Moscato Rosa. Devo dire che ne facciamo pochissima quantità.
Cantina Tramin
Strada del Vino, 144
Termeno - Alto Adige - Italia
Tel. +39 0471 86 01 26
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.tramin-wine.it